"Siamo 
              consumatori!! 
              si ... siamo consumatori. Siamo i sottoprodotti di uno stile di 
              vita che ci ossessiona. Omicidi, stupri, crimini, povertà, queste 
              cose non mi spaventano... quello che mi spaventa sono le celebrità 
              sulle riviste, la televisione con 500 canali, il nome di un tizio 
              sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra, poche calorie... 
              La pubblicità ci mette nell'invidiabile posizione di desiderare 
              auto e vestiti, ma soprattutto possiamo ammazzarci in lavori che 
              odiamo per poterci comprare idiozie che non ci servono affatto ...". 
            Una sollecitazione al consumo in nome di una crisi che, per alcuni, 
              sta passando ma che, purtroppo, non ha insegnato niente. Non ci 
              sono stati i cambiamenti che la nostra società avrebbe dovuto fare, 
              anzi non ha avuto il coraggio o la volontà di fare, o peggio, non 
              è più in grado di trovare nuovi modelli alternativi sostenibili 
              di sviluppo. Siamo praticamente sommersi ogni giorno da volantini 
              pubblicitari (messaggi pubblicitari), il mercato è diventato un 
              SuperMercato, poi un IperMercato e addirittura EuroMercato per soddisfare 
              e permettere guadagni maggiori e desideri smisurati. Ma la molla, 
              il desiderio, la necessità inconscia, del consumare è spinta ancora 
              di più ora che la "crisi è passata" e con essa i sensi 
              di colpa di un cambiamento che non c'è stato e "grazie a Dio" 
              tutto è come prima o forse Meglio. Infatti ora abbiamo imparato 
              che "non spende danneggia il paese, genera disoccupazione, 
              fa stagnare l'economia, non permette la distribuzione delle ricchezze 
              ai poveri". I "centri commerciali" di fatto sono 
              diventate le nostre Nuove Cattedrali, 
              oramai aperte 7 giorni su sette e quasi 24 ore su 24, con i suoi 
              nuovi Santi, Madonne e Pantocratori, (che cambiano periodicamente 
              come dei paramenti sacri) vere icone del nostro presente che lasceremo, 
              in qualità di tracce del "nostro modello di vita", in 
              eredità alle nostre future generazioni. O peggio sarà l'unico modello, 
              fallimentare, a cui far riferimento anche per le generazioni future. 
              Proprio in "onore" a questo ho decontestualizzato questa 
              "comunicazione", effimera nei suoi connotati fisici e 
              di contenuto, per elevarla ad opera d'arte 
              " sacra" di nuovi idoli, cercando di fermare il 
              tempo, l'istante, l'attimo ma non riuscendoci. Con disprezzo e rabbia 
              strappo, metaforicamente e fisicamente, l'idea del CONSUMISMO, 
              dell'EFFIMERO, dell'USA 
              E GETTA, (attraverso i volantini che sono destinati al cassonetto 
              della carta), incorniciando in "effigi" virtuali segnati 
              dal tempo (che purtroppo non si ferma, anzi) e dalle intemperie 
              che degradano la rappresentazione del nuovo sacro privandola di 
              contenuti e proiettandole sotto forma di opera d'arte in un'epoca 
              "post-capitalista" quasi pot-atomica come monito di un 
              passato in cui l'unico obiettivo era il CONSUMO. 
              Icona di un modello, del possedere per poi buttare e ri-possedere, 
              senza speranza e senza futuro. 
               
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